
Il 25 Maggio è entrata in vigore la normativa GDPR. Miriadi di email di consenso, aumento smisurato della burocrazia e tanta, forse troppa, confusione.
Il 25 maggio 2018 è diventato operativo il regolamento Ue 2016/679 sulla Privacy. La prima evidenza tangibile di questa nuova realtà sono per il momento le valanghe di email che stanno intasando le poste elettroniche di tutti con le richieste di consenso al trattamento dei dati.
La normativa è infatti entrata in vigore ma non è stato emanato il decreto attuativo da parte dell’Italia. E quindi adesso cosa succede?
Il Governo doveva adottare entro il 21 Maggio 2018 un decreto legislativo di adeguamento della normativa italiana al GDPR, con riguardo unicamente alle materie in cui lo stesso GDPR prevede la competenza delle normative nazionali. Il termine è scaduto e, ai sensi dell’articolo 31 della legge n. 234 del 2012 viene concessa una proroga di tre mesi fino al 21 Agosto 2018. Il GDPR è comunque entrato in vigore e fino a quando il Governo non emanerà il decreto di adeguamento coesisteranno due fonti normative in materia di privacy: il Codice privacy italiano e il GDPR europeo.
In questo periodo di transizione la normativa di riferimento sarà quindi il GDPR, mentre il Codice Privacy non è più applicabile per tutte quelle parti che vanno in contrasto con la legge europea.
Questo logicamente comporta notevole confusione e anche gli esperti del settore evidenziano che a seguito di questo primo adeguamento al GDPR potrebbero essere necessarie revisioni successive all’adozione del decreto italiano.